Rosario
La parola rosario ricorda una ghirlanda di rose con la quale si corona la Vergine Maria. Questi fiori sono in realtà le preghiere che il credente recita per meditare i misteri della vita di Gesù Cristo attraverso la preghiera e la vita di Maria. Tra questi misteri, almeno a partire dal XVI secolo, si conoscono quelli gioiosi, dolori e gloriosi. Il Papa S. Giovanni Paolo II, ha proposto di aggiungere a queste tre serie di mistero, quelli luminosi. La meditazione di questi misteri permette ai fedeli di accogliere, attraverso la Vergine Maria, Gesù, il Verbo fatto carne, dal momento dell'Annunciazione ad opera dell'Angelo Gabriele, lungo tutte le tappe della sua vita sino alla sua gloria in cielo.
Ogni mistero è composto da un "Padre nostro" e da dieci "Ave Maria"; la preghiera di questa decina è conclusa da una dossologia (Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo). Si chiama "Rosario", anche l'oggetto composto da 169 grani che si fanno scivolare tra le dita a ritmo della preghiera: i 150 grani principali, divisi in quindici decine, ricordano il numero dei salmi biblici e formano i "Salmi di Maria". Portare il rosario alla cintura, nella parte sinistra, è una caratteristica dell'abito domenicano.
E' chiamato rosario, anche, l'oggetto composto da sole cinque decine e non da quindici. A partire dal XV secolo i domenicani saranno propagatori della devozione del rosario creando delle confraternite che raggruppano i fedeli a intervalli regolari, ritrovandosi spesso in cappelle laterali delle chiese, chiamate "Cappella del Rosario".